Donna su TikTok fa un video in cui mostra il suo insolito modo di proteggersi in un Uber

Essere una donna in un mondo permeato dalla criminalità e dall’insicurezza non è affatto facile. Le preoccupazioni per la propria sicurezza sono costanti, e di conseguenza, molte di noi sviluppano tattiche e strategie per sentirsi più al sicuro in diversi contesti.

Dalle bombolette di spray al peperoncino nella borsa, ai dispositivi di autodifesa e persino a fingere di parlare al telefono con qualcuno. Ogni giorno emergono nuovi “trucchi” che le donne utilizzano per affrontare situazioni potenzialmente pericolose.

In passato, si credeva che prenotare un taxi attraverso un’app fosse più sicuro. Questo poichè si avevano a disposizione i dati dell’autista e la possibilità di tracciare la loro posizione in tempo reale. Tuttavia, questa percezione di sicurezza non è più valida. Dato che i rapimenti di donne durante i viaggi in taxi si verificano purtroppo con una certa frequenza.

Pertanto, quando utilizziamo questi servizi, dobbiamo prestare una particolare attenzione poiché siamo vulnerabili al rischio di essere vittime di un crimine o di un attacco. A causa della diffusione di queste strategie di autodifesa, molte di esse finiscono per diventare di dominio pubblico.

Un recente esempio di questa tendenza è stato condiviso attraverso un virale su TikTok da un utente identificato come Brenna (@brennalina). Nel video virale, Brenna è a bordo di un’auto, che afferma essere un taxi Uber.

Nella clip, la ragazza si strappa dei capelli e li getta all’interno dell’auto, lasciando anche le sue impronte digitali sul finestrino. Ma qual è lo scopo di questi gesti? È semplice: lasciare tracce del proprio DNA nell’auto in caso di rapimento o scomparsa.

@brennalina Ladies amirite #lovebeingawoman #fyp ♬ these videos are adorable – 🪶starling

Il fatto che le donne debbano pensare a questa possibilità mentre viaggiano in taxi è sconcertante, ma purtroppo è una triste realtà. Ancora più triste è il fatto che molte donne nei commenti al video si sono identificate con l’esperienza di Brenna. E non solo, hanno condiviso le proprie tattiche di autodifesa durante i viaggi in taxi.

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