Nuotatrice paralimpica scopre di essere stata data in adozione dai genitori perché affetta da nanismo
Numerose famiglie, soprattutto senza figli maschi, adottavano in passato per mantenere il proprio status economico, sociale o politico. Le adozioni di bambine erano meno comuni. Negli ultimi due secoli, l’adozione, però, è rinata, con molte legislazioni statali che la riconoscono e la promuovono. Le persone adottate devono comunque affrontare diverse sfide, tra cui la decisione di cercare o meno i propri genitori biologici. Oggi parliamo proprio di chi ha voluto cercare i propri genitori, scoprendo verità che forse in alcuni casi non è bello sapere. Stiamo parlando della storia della nuotatrice paralimpica Ellie Simmonds.
La giovane donna affetta da nanismo ha intrapreso un viaggio emozionante, raccontato in un documentario pubblicato sulla TV britannica. Il film racconta il suo percorso nel rintracciare la madre naturale per ottenere risposte alle sue domande più profonde. Pur sapendo di essere stata adottata fin dalla tenera età di due settimane, Ellie non ha permesso che ciò condizionasse la sua vita. Ha proseguito esplorando ogni proprio limite possibile. E i suoi genitori biologici facevano parte di questa “esplorazione”.
La ricerca dei suoi genitori biologici è iniziata quando Ellie aveva 28 anni, attraverso i registri del Consiglio della Contea del Derbyshire, come mostrato nel documentario intitolato “Ellie Simmonds: Alla ricerca della mia famiglia segreta”.
Ellie ha appreso che i suoi genitori biologici si erano separati quando sua madre aveva scoperto di essere incinta. La madre, preoccupata per un presunto problema di salute della neonata, aveva scelto di darla in adozione due giorni dopo la nascita. In questo modo ha segnato l’inizio di una nuova vita con i genitori adottivi, Steve e Val Simmonds.
Il documentario rivela come Ellie, a 28 anni, abbia contattato i componenti della sua famiglia adottiva, temendo per la morte della madre naturale. La scheda informativa dell’ospedale affermava che la madre biologica aveva saputo delle sfide che i bambini affetti da nanismo possono affrontare. Probabilmente la decisione di darla in adozione è stata influenzata da questa condizione. Alcuni genitori si sentono schiacciati da certe pressioni dovute a impegni più grandi di loro. È umano, non può stupirci.
Ellie ha intrapreso il viaggio di ricerca, inizialmente scrivendo bigliettini a sua madre naturale. La risposta è giunta, portando alla pianificazione di un incontro previsto inizialmente per 15 minuti. Tuttavia, le emozioni scaturite dal loro incontro hanno portato a cinque ore di condivisione e comprensione reciproca.
La Simmonds ha scoperto che sua madre biologica seguiva le sue vittorie sportive sin dall’adolescenza e che era sempre stata orgogliosa dei suoi successi. Mentre Ellie continua a portare il nome dato dalla madre adottiva, l’incontro ha contribuito a completare la sua comprensione di sé stessa, rendendola una donna più consapevole.